Sergio Jaretti Sodano (1928-2017) ed Elio Luzi (1927-2006) sono due figure ancora poco indagate dell’architettura italiana del secondo Novecento. Dopo la laurea con Carlo Mollino alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino e alcuni primissimi lavori condotti separatamente – che vedono Luzi, in particolare, collaborare con l’amico Aimaro Isola –, i due architetti formalizzano, intorno alla metà degli anni cinquanta, un sodalizio destinato a durare vent’anni, sino al 1974, quando la loro attività professionale proseguirà in modo indipendente. Una lunga e proficua collaborazione con una stessa impresa di costruzioni, quella fondata da Bartolomeo Manolino, committente ed esecutrice di gran pare delle loro opere, caratterizza il lavoro dei due architetti, che si concentra in particolare sul progetto della residenza: la casa – nelle sue molteplici varianti, dal “palazzo”, alla villa, all’edificio multipiano, alla torre, al residence (con l’unica eccezione dell’edilizia sociale) – diviene l’oggetto di una ricerca reiterata e articolata nel tempo, nella continua tensione a rispondere in modo non convenzionale ai bisogni e ai desideri, anche immateriali, dei fruitori.
© Video: Marco Beck Peccoz
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L’obiettivo è creare un archivio sulla figura di Elio Luzi che sia digitalizzato, condizionato e conservato in modo tale che possa essere facilmente e organicamente consultabile e che possa essere continua fonte di ispirazione per le future generazioni di architetti e costruttori di opere ed edifici che valorizzano le nostre città.
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In numerosi tubi di cartone conservati nelle cantine della tenuta Luzi Donadei a Clavesana si celano tesori di carta, disegni, schizzi, memorie di una vita professionale di 60 anni di mio papà Elio Luzi. Una ricerca continua di “sogni di bellezza” contenuti in Architetture che, attraverso il Comitato promotore Fondazione Luzi Architettura, intendo riportare alla luce.
- Andrea Luzi